GTA VI Sembra troppo bello per essere vero, finché non ti ricordi che si tratta di Rockstar Games


Dopo un rinvio al maggio 2026, arriva un nuovo look. Quasi tre minuti di filmati. Decine di fotogrammi inediti. E una reazione familiare: incredulità.
Energia “Stop Everything”
Arriva una notifica. Trailer 2. Metti in pausa la tua vita, premi play e provi quell’emozione che solo un evento reale può darti. Le prime immagini sono ancora più intense della prima rivelazione. Il ritmo è sicuro. Le immagini sono sorprendenti. Lo guardi ancora. E ancora. È coinvolgente.
Il video dura poco meno di tre minuti, ma fa esplodere ore di fermo immagine. I fan esaminano i riflessi sui parabrezza, il bagliore dei neon sul cromo lucido, persino le bollicine in una bottiglia di birra. È ossessivo, certo. Ma è anche irresistibile.
La parte surreale
Abbiamo pensato a GTA 6 per anni. Ne abbiamo sentito parlare, abbiamo visto meme e mitizzazioni. Eppure, fino a poco tempo fa, le immagini ufficiali erano solo un sorso, non una bottiglia intera. Ora c’è sostanza, abbastanza da studiare, eppure sembra ancora irreale. Quasi troppo perfetto. Quasi come uno di quei filmati patinati di “gameplay” di cui avevi giurato di non fidarti più.
Quasi.
In-Engine significa In-Engine
Ecco la differenza: questa è Rockstar Games. Lo studio non si affida a filmati pre-renderizzati che mascherano il gameplay. I loro trailer hanno una reputazione: sono catturati nel motore, tagliati da scene reali, accompagnati da una colonna sonora di gusto. Quello che vedi è più o meno quello che giocherai. A volte, il prodotto finale è persino migliore. È questa la parte incredibile.
Dettaglio divertente: il secondo trailer è stato catturato su una PS5 standard. Non su un modello Pro. Non su un PC. Riflettici bene.
Perché è diverso
1) L’illuminazione sembra reale
Dalla foschia pomeridiana alla vita notturna illuminata dai neon blu, l’illuminazione appare naturale, non artificiale. Dipinge i personaggi e le strade con quel tipo di caos che solo una città costiera può offrire.
2) Densità senza disordine
Folle, traffico, insegne, fauna selvatica: succedono molte cose, ma l’immagine rimane leggibile. È difficile. Dimostra un editing spietato e una tecnologia potente.
3) Texture che raccontano storie
Cemento butterato. Vernice scolorita dal sole. Grasso sul bancone di una tavola calda. Piccoli dettagli che creano credibilità. Si smette di notare la “grafica” e si inizia a notare la vita.
Ma il gioco finale sarà davvero così?
Risposta breve: sì. La storia lo conferma. Con Red Dead Redemption 2, ogni trailer ha aumentato la fedeltà e il gioco distribuito ha superato le aspettative, soprattutto in termini di movimento. A differenza degli studi che riducono le prestazioni al momento del rilascio, Rockstar tende a migliorarle. È il loro modus operandi.
Questo cambia tutto.
Oggi su PS5, domani su PC
La presentazione su una console base è eloquente. Suggerisce una solida ottimizzazione e un chiaro obiettivo visivo. Immaginate la portata una volta che entrerà in gioco un hardware di fascia alta. Ombre ad alta risoluzione, traffico più denso, folle più numerose, streaming più veloce: scegliete voi. È facile da immaginare, difficile da comprendere appieno.
Hype vs. Realtà
Lo scetticismo è salutare. Internet ci ha insegnato a diffidare di ciò che è “troppo bello per essere vero”. Tuttavia, i risultati ottenuti da questo studio meritano una maggiore fiducia. Il materiale sembra un gioco reale, non una presentazione ambiziosa. La cadenza dei tagli, le imperfezioni, la scioltezza delle inquadrature a mano libera: tutto questo urla “acquisizione in-engine”.
Le cose potrebbero cambiare? Certo. I giochi si evolvono. Ma se il passato è un prologo, la versione di lancio raggiungerà questo livello, per poi superarlo nei momenti cruciali: il tramonto dopo un temporale, i lampioni sull’asfalto bagnato, la porta di un nightclub che si apre su un muro di colori e rumori.
Dove saremo il primo giorno
Quando arriverà Grand Theft Auto VI, il discorso si fonderà con il gioco. Saremo tutti a Leonida, a testare la fisica, a vagare per i vicoli, a inseguire la luce e a perdere ore in deviazioni che sembreranno improvvisate perché lo sono davvero.
Dubbiatene pure, se volete. Noi saremo impegnati a guidare, combattere e osservare la gente da una panchina sul lungomare, ancora un po’ storditi dal fatto che tutto abbia questo aspetto e si muova in questo modo. Perché sarà così.